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| INFORMAZIONI PER PAZIENTI PORTATORI DI CISTI SACRO-COCCIGEALa cisti sacro-coccigea o pilonidale rappresenta l’espressione più o meno tardiva di una patologia congenita localizzata nella maggior parte dei casi a livello del coccige. In fase embrionale, al momento della formazione della piega glutea, un certo numero di cellule destinate a generare cute rimane imprigionato in una zona che poi diventerà tessuto sottocutaneo. Queste cellule,quando subiscono un impulso alla crescita, seguono il loro imprimatur originale e generano epidermide con tutti i suoi annessi(peli, ghiandole ecc.) La conseguente reazione da corpo estraneo da parte dell’organismo in alcuni casi riesce a "confinare" le cellule impropriamente maturate, mentre in altri casi arriviamo ai segni tipici di questa patologia: TUMEFAZIONE LOCALE ASCESSUALIZZAZIONE DRENAGGIO FISTOLIZZAZIONE Con queste complicazioni l’intervento chirurgico rappresenta l’unico razionale possibile per trattare in modo radicale la malattia ma quali sono il modo ed il momento più giusti? La soluzione più rapida e confortevole per il paziente è l’asportazione della lesione "in blocco" con successiva sutura e chiusura completa della ferita chirurgica (metodo chiuso) ma tutto questo deve essere collocato il più lontano possibile dall’eventuale esordio ascessuale e non sempre è possibile. Il metodo aperto comporta l’asportazione completa della lesione senza punti di sutura e prevede medicazioni bisettimanali durante le quali la garza applicata internamente viene sostituita con una più piccola in modo da drenare le secrezioni e nello stesso tempo favorire la crescita del tessuto cicatriziale che,partendo dal fondo,"riempirà" la lesione in 30/60 gg . Niente antibiotici se non in casi eccezionali. Le molte medicazioni ed i tempi relativamente lunghi non lo rendono comunque un intervento invalidante. Modesto il dolore e solo nelle prime 24h, le ordinarie attività possono essere normalmente svolte. Unico inconveniente l’ovvia presenza di secrezioni, talora maleodoranti che, se assorbite regolarmente da idonei presidi, non rappresentano assolutamente un problema. Esistono a tal proposito in commercio alcuni prodotti (TENA-FISSAN-SILC), indicati per vari tipi d’incontinenza e quindi molto diversi nelle dimensioni e nella forma, che possono risultare confortevoli ed utili. Il metodo chiuso,che cerchiamo ovviamente di applicare nella maggioranza dei casi, pone problemi leggermente diversi. Intanto è necessaria una copertura antibiotica perché la "cavità chiusa" che creiamo chirurgicamente può infettarsi,evento questo che può avvenire comunque anche in ragione della vicinanza ad un perineo notoriamente non sterile.Quando ciò accade, con una parziale desutura,convertiamo il metodo chiuso in quello aperto con tempi di guarigione che si allungano ma che difficilmente superano i 20 gg. Sintomi premonitori di quest’eventuale complicazione sono la comparsa in 4/7 giornata di dolore, rossore e gonfiore ( sintomi che autorizzano a prendere contatti con il chirurgo). Riposo e cauti movimenti sono necessari almeno nei primi 7/10giorni per non aumentare le tensioni a livello della sutura. Dopo circa 12/15 gg. la ferita viene desuturata completamente.Nelle tre /quattro settimane successive conviene rasare sistematicamente i peli circostanti la cicatrice. Tutti e due i metodi possono essere erogati in regime di Day Surgery ed in anestesia locale. Da scoraggiare l’utilizzo della anestesia generale per i non trascurabili rischi che comporta la manovra di ribaltamento:il paziente viene infatti addormentato supino utilizzando oltretutto un tubo endotracheale più rigido e successivamente ruotato di 180°. |
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